Canto d’amore

Io sono il cervo, il capriolo tu,
tu sei l’uccello e l’albero son io,
il sole tu ed io la neve,
tu il giorno sei, il sogno io.

Di notte dalla mia bocca dormiente
vola un uccello d’oro fino a te,
chiara la voce, l’ali variopinte,
ti canta questo canto che dice dell’amore,
questo canto che dice di me.

 

Sera d’aprile

Azzurro e fior di pesco
violetta e rosso vino,
come fioriva e ardeva
il fuoco vostro in me.

Tardi tornato a casa
alla finestra indugio,
sento venire i sogni,
il cuore trema in me.

Colma d’ansia e di vita
è l’anima tremante.
A chi la posso dare?
Amata, la do a te.

 

ELEANOR 

Le sere d' autunno mi ricordano te - 
I boschi giacciono bui, il giorno si scolora 
ai bordi dei colli in rosse aureole. 
In un casolare vicino piange un bimbo. 
Il vento se ne va a passi tardi 
attraverso i tronchi a raccogliere le ultime foglie. 


Poi sale, abituata ormai da lungo ai torbidi sguardi, 
l' estranea solitaria falce di luna 
con la sua mezza luce da terre sconosciute. 
Se ne va fredda, indifferente, per il suo sentiero. 
La sua luce avvolge il bosco,
il canneto, lo stagno e il sentiero 
con pallido alone melanconico. 

Anche d' inverno in notti senza luce 
quando alle finestre vorticano danze di fiocchi 
e il vento tempestoso,
ho spesso l' impressione di guardarti. 
Il piano intona con forza ingannevole 
e la tua profonda e cupa voce di contralto 
mi parla al cuore. Tu la piu' crudele delle belle donne. 

La mia mano afferra alle volte la lampada 
e la sua luce tenue posa sulla larga parete. 
Dalla antica cornice la tua immagine oscura guarda 
mi conosce bene e mi sorride, stranamente. 
Ma io ti bacio mani e capelli 
e sussurro il tuo nome. 


Perchè ti Amo

Perchè ti amo, di notte son venuto da te
così impetuoso e titubante
e tu non mi potrai più dimenticare
l'anima tua son venuto a rubare.
Ora lei è mia
del tutto mi appartiene nel male e nel bene,
dal mio impetuoso e ardito amare
nessun angelo ti potrà salvare.


 

Io ti chiesi

Io ti chiesi perché i tuoi occhi
si soffermano nei miei
come una casta stella del cielo
in un oscuro flutto.
Mi hai guardato a lungo
come si saggia un bimbo con lo sguardo,
mi hai detto poi, con gentilezza:
ti voglio bene, perché sei tanto triste

 

Il mio Amore

Tace e si ricorda con pensieri pieni di tristezza
dei suoi morti lontani.
Lo ho offerto a parecchi, nessuno però lo ha voluto.
L'ho messo in vendita in tutte le vie,
nessuno lo ha voluto - non sa ridere!
Cosa devo fare col mio amore?
Lasciare lo voglio ai miei morti.


Canzone d’amore.

Per dire cos’ hai fatto
di me, non ho parole.
cerco solo la notte
fuggo davanti al sole.
La notte mi par d’oro
più di ogni sole al mondo,
sogno allora una bella
donna dal capo biondo.
Sogno le dolci cose,
che il tuo sguardo annunciava,
remoto paradiso
di canti risuonava.
Guarda a lungo la notte
e una nube veloce
per dire cos’ hai fatto
di me, non ho la voce.

La mia felice bocca...

La mia felice bocca nuovamente incontrare vuole
le tue labbra che baciando mi benedicono,
le tue dita care voglio tenere
e giocando congiungerle con le mie dita,
saziare il mio assetato sguardo col tuo,
avvolgere il mio capo nei tuoi folti capelli,
con le mie membra giovani e sempre sveglio voglio
rispondere ad ogni movimento delle tue membra
e da sempre nuovi fuochi d'amore
rinnovare mille volte la tua bellezza,
finchè entrambi appagati e grati
ci troviamo felicemente sopra ogni dolore,
finchè senza desideri salutiamo il giorno e la notte,
l'oggi e l'ieri come fratelli amati
finchè camminiamo sopra ogni fare e ogni agire
come raggianti in una pace completa.


Senza di te

Il mio cuscino mi guarda di notte con durezza
come una pietra tombale;
non avevo mai immaginato che tanto amaro fosse essere solo
e non essere adagiato nei tuoi capelli.
Giaccio da solo nella casa silenziosa,
la lampada è spenta, e stendo pian piano,
le mie mani per afferrare le tue,
e lentamente spingo la mia fervente bocca verso di te
e bacio me fino a stancarmi e ferirmi
e all'improvviso son sveglio,
e intorno a me la fredda notte tace,
luccica nella finestra una limpida stella,
o tu dove sono i tuoi capelli biondi,
dov'è la tua dolce bocca?
Ora bevo in ogni piacere la sofferenza e veleno in ogni vino;
mai avrei immaginato che fosse tanto amaro
esser solo esser solo e senza di te!


Farfalla Azzurra

Piccola, azzurra aleggia
una farfalla, il vento la agita,
un brivido di madreperla
scintilla, tremola, trapassa.
Così nello sfavillio d'un momento,
così nel fugace alitare,
vidi la felicità farmi un cenno 
scintillare, tremolare, trapassare.


Mondo splendido

Sempre e poi sempre,
o vecchio o giovane torno a avvertire:
una montagna notturna e al balcone una donna silenziosa,
bianca una strada al chiaro di luna
in lieve pendio
e ciò mi lacera il cuore nel petto atterrito di struggimento.
O mondo ardente,
o tu chiara donna al balcone,
cane che abbai nella valle,
treno lontano che passi,
come mentite, come atroci ingannate me ancora,
e pur tuttavia voi siete sempre il mio sogno e delirio più dolce.

Spesso ho tentato la strada per la tremenda "realtà"
dove hanno valore mode,
assessori, leggi, e denaro,
ma solitario mi sono involato,
deluso e liberato,
verso là dove sogno e beata follia zampilla.
Afoso vento notturno negli alberi,
scura zigana,
mondo ricolmo di nostalgia pazza e profumo di poesia,
mondo splendente,
di cui sono schiavo eternamente,
dove a me guizzano i tuoi bagliori,
dove riecheggia per me la tua voce.



Smarrimento

Sonnambulo, a tastoni mi trascino attraverso bosco e precipizio,
fantastico mi attornia un cerchio magico ardendo,
indifferentemente se io segua dannato
o vezzeggiato devotamente l'intimo comando.
Quante volte la realtà in cui vivete mi ha ridestato e richiamato a sè!
Io stavo in lei deluso ed atterrito e di nuovo mi sono dileguato.

O calda patria a cui voi mi strappate sogno d'amore cui mi avete sottratto,
a rifugiarsi in te per te mille vie segrete torna il mio essere,
come ritorna l'acqua verso il mare.
Mi guidano furtive sorgenti canore,
agitano uccelli di sogno piumaggi lucenti della mia infanzia
di nuovo riecheggia il suono,
nell'intreccio d'orato nel ronzare soave dell'api
mi trovo in singhiozzi accanto alla madre di nuovo.

 

Bagliori diffusi

Bagliori diffusi lampeggiano lontano,
il gelsomino con insolite luci risplende
come una timida stella pallida nei tuoi capelli.
Al tuo magico potere,
dolente e privo di stelle
sacrifichiamo baci e rose,
o notte ansiosa e calda.
Baci infelici e spenti,
di cui, appena dati, ci pentiamo
rose che in un triste ballo
spargono petali quasi avvizziti.
Notte,
senza rugiada amore senza fortuna e senza lacrime!
Su di noi un temporale incombe,
e lo temiamo e lo desideriamo.
 

 



 

 

La stanca estate...
La stanca estate china il capo
specchia nell'acqua il suo biondo volto.
Erro stanco e impolverato
nell'ombra del viale.

Tra i pioppi soffia una leggera
brezza. Il cielo alle mie spalle è rosso
di fronte l'ansia della sera
- e il tramonto - e la morte.

E vado stanco e impolverato
e dietro a me resta esitante
la giovinezza, china il capo
e non vuole più seguire la strada con me
 
Il mio gaio amore
Il mio gaio amore mi ha lasciato.
Nuovamente l'ho cercato in tutti i vicoli,
lei però giaceva già lontano da me
in un bosco luminoso di betulle
e si rallegrava della sua bellezza
e stirava le sue lunghe ed aggraziate membra.

Là ora si diverte con coboldi ed elfi,
lascia sul suo candido collo
scorrere i riccioli lunghi,
raccoglie genziane per passare il tempo
e di notte lascia che il chiaro di luna
bagni il suo corpo luminoso.

Io però aspetto ora con calma,
chiudo con cura porte e finestre
e mi sdraio su cuscini senza calore.
Se, sazia dei verdi giorni,
avrà trovato la via del ritorno,
dovrà dapprima bussare.
 

Vieni con me

Vieni con me!
Devi affrettarti però -
sette lunghe miglia
io faccio ad ogni passo.
Dietro il bosco ed il colle
aspetta il mio cavallo rosso.
Vieni con me! Afferro le redini -
vieni con me nel mio castello rosso.
Lì crescono alberi blu
con mele d'oro,
là sogniamo sogni d'argento,
che nessun altro può sognare.
Là dormono rari piaceri,
che nessuno finora ha assaggiato,
sotto gli allori baci purpurei -
Vieni con me per boschi e colli!
tieniti forte! Afferro le redini,
e tremando il mio cavallo ti rapisce.

 

Sono una stella

Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nella propria luce.

Sono il mare che di notte si infuria,
che mare che si lamenta, pesante di vittime
che ad antichi peccati, nuovi ne accumula.

Sono bandito dal vostro mondo
cresciuto nell'orgoglio e dall'orgoglio tradito,
sono il re senza terra.

Sono la passione muta
in casa senza camino, in guerra senza spada
e ammalato sono della propria forza.

 

Sull'amore

Si chiama amore ogni superiorità,
ogni capacità di comprensione,
ogni capacità di sorridere nel dolore.

Amore per noi stessi e per il nostro destino,
affettuosa adesione ciò che l'Imperscrutabile
vuole fare di noi anche quando
non siamo ancora in grado di vederlo
e di comprenderlo -
questo è ciò a cui tendiamo.

 

Preghiera

Quando la mano piccola mi dai
che tanti enigmi taciti contiene,
ti ho forse chiesto mai
se mi vuoi bene?

Io l'amor tuo non voglio: vo' soltanto
che tu mi stia vicina
e mi dia ogni tanto
la mano piccolina.

 

Gradini

Come ogni fior languisce e
giovinezza cede a vecchiaia,
anche la vita in tutti i gradi suoi fiorisce,
insieme ad ogni senno e virtù, e può durare eterna.
Quando la vita chiama, il cuore
sia pronto a partire ed a ricominciare,
per offrirsi sereno e valoroso ad altri, nuovi vincoli e legami.
Ogni inizio contiene una magia
che ci protegge e a vivere ci aiuta.
Dobbiamo attraversare spazi e spazi,
senza fermare in alcun d'essi il piede,
lo spirto universal non vuol legarci,
ma su di grado in grado sollevarci.
Appena ci avvezziamo ad una sede
rischiamo d'infiacchire nell'ignavia:
sol chi è disposto a muoversi e partire
vince la consuetudine inceppante.
Forse il momento stesso della morte
ci farà andare incontro a nuovi spazi:
della vita il richiamo non ha fine...
Su, cuore mio, congedati e guarisci...

 

Strano vagare nella nebbia

È strano vagare nella nebbia!
Solo è ogni cespuglio e pietra,
Nessun albero vede l'altro,
Ognuno è solo.

Pieno di amici era per me il mondo,
Quando la mia vita era ancora luminosa;
Adesso, che la nebbia cala,
Nessuno si vede più.

In verità, nessuno è saggio
Se non conosce il buio,
Che piano ed inesorabilmente
Da tutti lo separa.

Strano, vagare nella nebbia!
Vivere è essere soli.
Nessuno uomo conosce l'altro,
Ognuno è solo.
 

Sera sul Mar Rosso

Dai deserti ardenti
avanza fluttuando un vento venefico,
cupo attende il mare appena mosso,
centinaia di gabbiani inquieti sono
per il bollente inferno nostri compagni.
Fulmini squarciano impotenti dell'orizzonte il limite,
della pioggia non conosce il beneficio questa terra maledetta.

Lassù però netta e serena si trova
sola una quieta nuvola;
l'ha posta per noi Dio,
Perché più a lungo non fossimo afflitti
e soli in questo mondo.

Mai dimenticherò quel nulla sconfinato
e questo inferno opprimente
che trovai nel luogo più caldo della terra;
ma che lassù la nuvoletta sorridente stesse,
mi sarà di conforto per l'opprimente calura,
che sento avvicinarsi nel meriggio della mia vita.

Di fronte all'Africa

Aver casa e' un bene
dolce il  sonno sotto il proprio tetto
figli, giardino e cane.
Ma certo appena ti sei riposato dall'ultimo viaggio
la lontananza t'insegue con nuove lusinghe.
Meglio e' patire di nostalgia di casa
e sotto le alte stelle, solo, 
riposare con la propria melanconia.
Avere e riposare può soltanto, 
chi ha il cuore tranquillo,
mentre il viandante sopporta fatiche e difficoltà 
con sempre delusa speranza.
In vero più lieve e' il tormento di andare, 
più lieve che trovar pace nelle valli di casa,
dove tra le gioie e le solite cure
solo il saggio sa costruire la propria felicità.
Per me e' meglio cercare e mai trovare
che legarmi, caldo e stretto a quanto mi e' accanto,
perché anche nel bene, su questa terra 
sono solo ospite, mai cittadino.

Giovinezza, dolce sogno?

Notti e notti la fronte tra le mani
chino, ho vegliato sui libri
ciò che cercavo non l'ho trovato,
ciò che ho trovato l'ho per anni da allora dimenticato.

Per notti e notti, con la bocca ardente
fui zimbello di belle donne
e mi fu svelato il mistero dell'amore
acceso di voluttà e ricco d'onore.

Per notti e notti assorto e solitario
nella notte confusa dal vino e dall'ebbrezza
ora siedo e mi sento sprofondare
e le sue luci ammiccan come spettri.

Sapienza tanto a lungo inseguita
parole, canzoni sono maturate in me,
ma le lascio silenziose e inespresse
ondeggiare verso i tramonti blu.

Il principe

Volevamo costruire assieme
una casa bella e tutta nostra
alta come un castello
per guardare oltre i fiumi e i prati
su boschi silenti.

Tutto volevamo disimparare
ciò che era piccolo e brutto,
volevamo decorare con canti di gioia
vicinanze e lontananze,
le corone di felicità nei capelli.

Ora ho costruito un castello 
su un'estrema e silenziosa altura;
la mia nostalgia sta là e guarda
fin alla noia, ed il giorno si fa grigio
- principessa, dove sei rimasta?

Ora affido a tutti i venti
i miei canti arditi.
Loro devono cercarti e trovarti
e svelarti il dolore
di cui soffre il mio cuore.

Devono anche raccontarti
di una seducente infinita felicità,
devono baciarti e tormentarti 
e devono rubarti il sonno -
principessa, quando tornerai?

 

Canzone di viaggio

Sole, brilla adesso dentro al cuore,
vento, porta via da me fatiche e cure!
Gioia più profonda non conosco sulla terra,
che l'essere per via nell'ampia vastità.

Verso la pianura inizio il mio cammino,
sole mi fiammeggi, acqua mi rinfreschi;
per sentire la vita della nostra terra
apro tutti i sensi in festa.

Mi mostrerà ogni giorno nuovo,
fratelli nuovi e nuovi amici,
finché senza dolore ogni forza loderò,
e di ogni stella sarò ospite e amico.

 

Scricchiolio di un ramo spezzato



Ramo spezzato e scheggiato,


che ormai pende anno dopo anno
 

e asciutto scricchiola al vento il suo canto,
 

senza più fogliame né scorza,
 

spelato, scialbo, di lunga vita
 

di lunga morte stanco.
 

Secco risuona e tenace il suo canto,
 

caparbio risuona e in segreto angoscioso
 

ancora per tutta un'estate,
 

per tutto un inverno ancora.

 

 

8 agosto 1962

 

 

                       

 

 

Hermann Hesse muore il 9 agosto 1962

 
 

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