PROLOGO
Incauto gioco
innocente l’amore
che conficca la
spina nel cuore
ancor prima che si
riesca ad intuire
che giocando si può
persino morire.
SEI STATA FULMINEA…
Sei stata fulminea
come l’ispirazione
di una poesia
esaltante,
l’unica poesia
che non ho saputo
cogliere.
T’ho inseguita per
lungo tempo
senza tregua né
respiro
finché in preda
allo sconforto
t’ho attesa
e ancor t’attendo
sul ciglio
polveroso del sentiero.
Se un giorno questi
versi
orfani e dispersi,
intimo rifugio
in cui l’anima ho
esiliato,
ti capitassero per
caso fra le mani
sappi che sono
tuoi.
Chiunque tu sia.
Dovunque tu sia.
SE TI SAPESSI…
Se ti sapessi nel
vento
oserei respirati
ed al levarsi
dell’indignazione
dietro ad un
sospiro
mi trincererei.
Se nel mare ti
dissolvessi
come puro
distillato
ti sorseggerei.
Se in una terra
impervia e ostile
ti scoprissi
confinata
zolla dopo zolla
con questa ferrea
ostinazione
ti disseppellirei.
Se ti sopravvivessi
solo per un istante
lo farei.
DEVO FARE PIANO…
Devo fare piano
nell’accostarmi al
suo viso,
quel viso che la
mia poesia
ha reso un tempio
di perfezione.
Sia prudente il mio
passo
ed attento il mio
sguardo,
che io non ceda
alla bramosia
di sfatare quel
prodigio,
che io conservi la
freddezza
per non sciupare
quell’illusione.
Siate caute mie
dita
nello sfiorare
quelle gote
e non appena
estasiate
da
un’impercettibile sensazione
ritraetevi
atterrite
come se foste
complici
di una
profanazione.
TROPPO LUNGA…
Troppo lunga questa
vita
per sembrare una
sola.
Troppo breve
per sentirla
vissuta.
Troppo rossa
per scoprirla
sbiadita.
Troppo alta
per pensarla
atterrata.
Da secoli errante
e con il solo
privilegio di sognarsi
in sommessa agonia
ma troppo fiera per
inginocchiarsi.
Nitida come
un’impronta
di sangue sulla
neve
timorosa
d’incontrarsi
finge un sonno
arcano e lieve.
A fatica conservata
per te
in questo tepore
d’autunno
io te la offro.
DESIDERIO…
Desiderio
irrinunciabile di te
che lo stillicidio
di giorni sempre uguali
non demorde.
Brama di saziarmi
solo di te
che in nessun’altra
oasi
di confortarsi vuol
sapere.
Incalcolabile
energia che si sprigiona
e che ogni volta in
sé ripiega
ma mai si doma.
Feroce voluttà di
cancellarti,
agonizzante febbre
che si alimenta
nell’immaginarti.
Chissà se l’impatto
con la morte
mi troverà ancora
così:
vanamente proteso.
QUESTI GIORNI…
Questi giorni di
febbrile attesa.
Queste ore di
vigile agonia.
Questi attimi di
palpabile delirio.
Queste notti
insonni
trascorse a
vegliare il tuo ricordo.
La tua devastante
bellezza.
Le mie poesie.
Questi squarci di
graffiante desiderio
nell’inestricabile
rete che ci avvolge.
Questa congiura di
rimpianti.
E quest’orda di
spettri
che stremata dal
tuo silenzio
minaccia
d’insorgere.
ANCOR PIU’ GRAVE…
Ancor più grave che
perdere te
è stato perdere il
mio amore per te.
E’ qualcosa di
peggiore della morte
una guerra senza
alcun nemico
un grido straziante
senza voce.
E mi costringe ad
una vita d’esilio
torturato da un
feroce desiderio
di riprendere il
volo.
Per scoprirmi
senza più ali da
spiegare
né cieli per
volare.
CANTICO DEGL’INNAMORATI
Signore,
rendici degni di
questo amore.
Dai aria pura ai
nostri polmoni
sangue buono
all’arsura dei nostri cuori
luce salda al corso
dei nostri pensieri.
Dai argini possenti
a questa piena di
tenerezza
che ci sfugge dagli
occhi e dalle mani.
Dai pazienza al
tempo
un talismano ai
nostri petti
e le nostre voci al
vento
quando saremo
deboli e distanti.
Rendici degni
dell’amore.
Degni d’abbracciare
con lo slancio
della fede
il più vasto
orizzonte che ci circonda.
OGNI MOLECOLA…
Ogni molecola della mia carne
che vibra
d’incessante desiderio
vibra per te.
Ogni palpito che
dal mio cuore
sale alla mia gola
per gioia o per
paura
lo fa per te.
Ogni mio sguardo
che si leva
in cerca di
bellezza
cerca di te.
Speronami se puoi
affonderò per te,
trafiggimi se vuoi
morirò cantando,
ignorami
vivrò del tuo
ricordo.
Ma lacera quella
parete
di sobria tenerezza
e mostra il tuo
volto nudo,
liberami per sempre
dalla romantica
illusione
che in te si sveli
la perfezione.
NELLA REGIONE…
Nella regione più
segreta del tuo cuore
c’è una preziosa
alcova, nido d’amore,
immersa in un
silenzio
dove naufraga ogni
suono,
avvolta in un alone
di mistero
dove s’infrangono
miseramente
le velleità d’ogni
uomo
e nel cui seno si
cela
come in
un’inespugnabile miniera
la parte di te più
intima e più vera.
Dalle oscure
fenditure di quegli occhi
filtra appena la
parvenza d’un chiarore
che solo per un
attimo un poeta
in un eccesso
disperato può afferrare.
Cogliendo quella
luce
mi ha assalito
l’impulso
di fuggire via
lontano, quasi ferito,
ma sarebbe stato
ormai vano.
La tua grazia
m’aveva baciato
con la pienezza del
suo incanto
e da allora mi
segue ovunque
come un docile
tormento.
CHISSA’ SE IL SEME…
Chissà se il seme
che ho piantato nel tuo giardino
riuscirà a fiorire.
Chissà se in
primavera spunteranno le prime gemme
ansiose di levarsi
verso il sole.
E chissà se tu
coglierai quel fiore
ed insieme
cammineremo nel nuovo Eden.
O chissà se la
coltre mortale dell’indifferenza
seccherà il terreno
e gelerà il tuo cuore.
Chissà se dopo un
primo innocente ardore
la paura frenerà i
tuoi passi incerti.
O chissà se un
giorno reciderai quel fiore
armata dalla follìa
o consumata dalla colpa.
Comunque sia sarà
già stato amore.
Che si sveli nel
fragore di un attimo
o che si consumi
negli usuali gesti di una vita,
che si lanci nelle
inviolate vette dell’eternità
o che si perda
nell’argine franoso di un sospiro
purché l’inebriante
aroma di quel nostro fiore
sia irradiato per
l’aria da una brezza amica
e sussurrato a chi,
dentro di sé,
coltiva ancora la
speranza
come fosse un
fiore.
TI AMO…
Ti amo
e con te amo
l’intero creato.
Non un solo astro
voglio che sia
malato o scontento,
una stella triste
avvilisce l’intero
firmamento.
Ti amo
e non tu, ma il mio
amore per te
mi è di
riferimento.
Puoi ribaltare gli
emisferi
o rinnegare i tuoi
pensieri
tanto non cambierà,
l’amore è esente da
ogni mutamento.
Ti amo
e con te amo questa
notte stellata
dai mille silenzi
ardenti
che invocandoti ti
chiama.
E sapessi com’è
facile
amare dello stesso
amore
chi ti ama.
Ti amo
e con te amo
l’amore al punto tale
che una pena
sottile
mi solleva un poco
il cuore.
In celeste armonia
con l’universo in
movimento,
dalle assordanti
risonanze
oltre i confini del
creato…
m’è liberatorio
esplodere
in un pianto
d’amore
infinitamente
disperato.
CANTO DI PRIMAVERA
Era bianca come un
giglio
e s’innamorò di me.
Anch’io m’innamorai
di tanto candore.
Era bella come un
sogno
e s’innamorò di me.
Anch’io m’innamorai
di quella visione.
Era folle come
un’artista
e s’innamorò di me.
Anch’io m’innamorai
di tanta poesia.
Era viva come una
ferita
e s’innamorò di me.
Anch’io m’innamorai
della vita.
DESIDERIO
Puledra ribelle
ai sospiri del mio
cuore
ogni volta che mi
sfiori
mi fai ardere!
Come vorrei
inseguirti
per i sentieri
scoscesi
di questa selvaggia
passione…
circondandoti di
fiori
sotto un cielo
stellato d’illusioni…
stordirti al
profumo
virile dei miei
versi…
poi sfinirti di
baci
spossarti di
carezze…
al chiarore della
luna
strapparti il velo
del pudore
per scoprire il
volto incandescente
delle tue nascoste
bellezze…
finché avvolta nel
sudario
di quell’ora
inevitabile
sulla terra nuda
inchiodarti a me.
INCANTO
Ti ho intravista
nella nebbia
d’una gelida
mattina di novembre
vaga ed avvolgente.
Da allora ogni mio
pensiero
brancola fra i
resti
di quel velato
incanto.
Morso dalla sete
del mio sangue
vago fiutando una
traccia
che mi addentri nei
recessi del tuo cuore.
E mi sveli a poco a
poco
la vastità del suo mistero.
NIDO
Terrificante
il rude impatto col
giorno
per un sogno alato
e clandestino come
il nostro.
Incauti e inquieti
vagavamo anima
immerse
nell’ombra del
rimorso
celando l’oro
d’assillanti tenerezze
allo sguardo severo
di Dio.
Finché l’oscurità
complice
intrecciava per noi un nido
e approdavamo nell’oblìo.
RICORDO D’UNO SGUARDO
Non so cosa
cercassi
quel giorno che
violasti
l’abisso dei miei
occhi…
ravvivando nel mio
cuore
dopo un lungo
inverno
il tepore della
poesia.
Ricordo che eri
pallida
come un’alba di
gennaio
ed io…
amo il candore.
Eri spoglia
d’ogni vanità
terrena
ed io…
amo la povertà.
Eri lontana dal
fragore
di chi ti stava
accanto
ed io…
amo la solitudine e
il silenzio.
Eri avvolta
nel tuo regale
manto
di grazia
celestiale
ed io… per un
attimo…
ho creduto che
fossi un angelo.
OASI
Lasciami riposare
per un’ora fra le
tue braccia
all’ombra del tuo
sguardo
col conforto del
tuo respiro.
Lasciami bere
alla fonte del tuo
amore
perché sono un uomo
e ho sete di baci e
carezze.
Lasciami sognare
che tu sia stella
cometa
che mi guida verso
l’eterno
e patria tua sia il
cielo.
Poi lasciami andare
e non odiarmi
se ti spezzo il
cuore.
MIRAGGIO
Ieri ti guardavo…
da lontano
contemplavo
il tuo profilo di
donna…
l’abbandonarsi
quieto
di quei capelli
neri
sul candore della
tua spalla…
l’armonia dei tuoi
fianchi…
la struggente
poesia
della tua gonna.
Impenetrabile e
sinuosa
attraversavi senza
fretta
l’orizzonte d’un
poeta
disseminando nel
suo cammino
gli splendori del
tuo oro.
INCONTRO
Torniamo…
torniamo a tessere
la nostra fiaba di
sguardi…
torniamo a sognare.
Torniamo a ricucire
punto dopo punto
la trama
indistruttibile
di un amore
impossibile.
Fronti levate
contro il vento
torniamo ad
orientare
le prue delle
nostre navi
in folle rotta di
collisione…
e avanti tutta!
Sarà bellissimo
ad un passo dal
baratro
contemplare il tuo
volto…
scongiurando
l’impatto.
VORREI…
Vorrei che un
inverno
glaciale
s'abbattesse improvviso
nel tuo cuore
e tu potessi
riscaldarti
solo al tepore dei
miei sguardi.
Vorrei che un
deserto inesorabile
divorasse come febbre le tue ore
e tu potessi dissetarti
solo al miraggio
dei miei baci.
Vorrei che un incubo terribile
percorresse di notte le tue viscere
e tu potessi rasserenarti
solo al pensiero di avermi accanto.
Vorrei che la muta
di cani
affamati dalla tua
sensualità
sprofondasse
nell’abisso
scavato nel tuo
intimo…
da questa piccola poesia.
LA PIOGGIA…
La pioggia può
bagnarmi
ma solo fino a
quando
non ne sono tutto
intriso
poi scende su di me
come una
benedizione.
Il dolore si
riversa sul cuore
fino a colmarlo di
disperazione
poi vi scivola
silente
come i ricordi
di un’infanzia
infelice.
La notte reclama
un’alba
fino a quando una
luce si propone
ma se si ripone
ogni speranza
la completa
oscurità
il torpore più
profondo non scompone.
Ho congedato Dio
non sopporto
condizioni,
ho cancellato il
passato
non voglio
distrazioni.
Ora la mia anima è
bianca.
E tu sconvolgente
realtà,
sfrenata fantasia,
folle evenienza,
idea fissa, magica
poesia…
dipingi
sull’immacolata tela
la tua immagine più
vera.
AMORE
Ti chinerai su di
me
e mi solleverai
dallo squallore di
un’esistenza
che invoca
d’appassire
prima ancora
d’illudersi
e gioire.
Mi curerai
come un figlio
reduce
da mille crociate
perse
con la mano armata
da un ardore
insanguinato.
Nel tepore del tuo
abbraccio
conoscerò
l’indulgenza
d’un quieto grembo
materno
e pregherò che si
schiuda
soltanto alla
certezza
d’essermi legato a
Te
in eterno.
DAVID PIERINI
p33david@yahoo.it
dello stesso autore:
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